3 marzo 2012

What's Up Boston?

Molte volte mi sono detta che la cucina italiana è la migliore in assoluto, niente può battere le lasagne della nonna o il sugo preparato la domenica dalla mamma (per chi ancora lo fa magari!)… Poi ci si trasferisce in America e cambiano le prospettive. Avete mai pensato a quanto facile può essere mangiare un bel piatto di carbonara fatto in casa in soli 5 minuti di microonde? Signori e signore, lo ammetto, sono caduta nella tentazione di provare il “cotto in 5 minuti”, i contenitori con scritto “microwave food”, le porcherie non proprio salutari da “junk food”. “Paese dei Balocchi delle calorie e del colesterolo” mi hai conquistato. Ho votato la mia anima al bibitone di caffè la mattina allo Starbucks (che no, tranquilli, non arriverà mai in Italia), alla maionese nell’insalata, sul tonno, nella pasta, alle Donuts (proprio le ciambelle alla Homer Simpson!) … Mangiare sano qua, possibile, certo, ma costoso! Lo ammetto, sono una persona profondamente e irrimediabilmente tirchia, pensate che mi sono girata la città in lungo e in largo solo per trovare il market con i costi più abbordabili (per la cronaca Trader Joe’s).
Un’ora per prendere un paio di pesche, qualche yogurt, del pane (è mai possibile chiamarlo pane quello?), un po’ di olio. Arrivo alla cassa, la cassiera passa i miei pochi e salutari oggetti, un ragazzo con dei gravi problemi di acne comincia a mettere la mie spesa in spesse buste di carta decisamente americane. “ 16 dollari”, WHAT?! Questo paese mi sembra girare all’incontrario. Vado via con la mia borsa della spesa perfettamente impacchettata stile Tetris, cammino verso la metro (perché almeno quella a Boston funziona veramente bene) e mi passano accanto negozi di ogni genere e di ogni nazionalità. Quello che non manca mai solo le pseudo-farmacie, dette CVS, magnifici incroci tra UPIM/CONAD/FARMACIA ma senza frutta o verdura o carne, solo medicine/bibite/dolciumi e salati. Mi sembra ovvio che accanto allo shampoo vada un’intera collezione di chips tortilla (dal gusto cipolla a quello pizza) a prezzo scontato. E mi sembra anche ovvio che io me ne porti a casa almeno due pacchi. L’America poi ha bandito i dollari dal suo vocabolario, ovunque puoi pagare con la carta di credito, anche solo per 1 o 2 dollari. In verità un po’ li capisco visto che le code alla cassa e il cipiglio poco convinto della cassiera non ti danno il tempo necessario per contare con calma tutti quegli spiccioli. Certo è vero che chi scelse le dimensioni dei cent americani doveva avere un pessimo senso dell’umorismo, tanto che io ancora non so contarli! E via di carta di credito, e via bloccata per due giorni … Per non parlare poi delle mance, ragazzi, mi sembra di essere in un’altra dimensione, nella mia carriera da cameriera avrò ricevuto si e no 10 euro (totali di mancia), qua per ogni birra si lascia almeno un dollarino di mancia. Poverini! Il risultato è che mia mamma urla alla “spendacciona” dall’Italia, i miei reni urlano al tentato suicidio e i miei jeans stanno progettando una fuga notturna. Time to running?

MARTINA ORTI

1 commento:

  1. ciao Bellona torna qui in Italia che sappiamo apprezzare i fianchi larghi anche senza jeans !

    LICKY !!!!

    A BONA !

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