Partiamo dalla musica: i Korova, giovane band piemontese, suona un rock poco fronzuto, poco incline a compromessi, che pesca a piene mani da un immaginario sonoro diretto reduce dalla Seattle dei primi Nineties. Il riferimento primo è quindi il grunge, quello à la Pearl Jam, ma di quei Pearl Jam che "prima ti do un pugno in faccia, poi ti spiego perché", non di quelli emotivi e introversi. Come se non bastasse, nella genealogia dei Korova non si possono non intravedere Soundgarden, Rage Against the Machine o i primi, ruvidi Afterhours. Se non lo aveste capito, non stiamo parlando di musica per orecchie delicate, tutt'altro: siamo nel mezzo di chitarre che prendono l'esperienza del post punk - con qua e là un po' di psichedelia spruzzata - e la mettono a disposizione di un crossover tipicamente anni Novanta, di quello che poi si sarebbe involuto nel più atroce nu metal. Buona la prima, sicuramente, l'omonimo EP è un buon lavoro - in italiano: strada coraggiosa se si fa rock n roll - che in cinque pezzi dà una panoramica sufficientemente ampia di ciò che i Korova vogliono dimostrare, ovvero che sono un band "da resistenza".
Ce lo fanno capire fin dall'incipit di "Mad World", pezzo di apertura, attraverso la voce del compianto Oreste Lionello che traduce l'altrettanto compianto Charlie Chaplin nel celeberrimo monologo de "Il grande dittatore": un discorso che qui assume il valore di una denuncia nei confronti dei poteri forti, rispetto ai quali si invita a una presa di coscienza che risvegli le singolarità e le unisca nel contrapporsi all'ingiustizia. Band "da resistenza" quindi, perché anche quando nei testi non si tratta di assoluti ma di esperienze più o meno personali - come in "Male minore" - l'imperativo è sempre quello: aggrapparsi alle poche sicurezze, anche ai bicchieri mezzi vuoti, e combattere per la conquista di una condizione migliore, sia essa sociale, sentimentale, esistenziale. Brevemente: ecco come ti prendo la canzone di protesta e la applico a ogni fatto della vita. Potranno non piacere, per motivi legati alle sonorità dure, forse anche "datate", ma di certo ai Korova non mancano le cose da dire, e l'immaginario cui attingono per plasmare la musica con cui comunicarle e di certo coerente e tutt'altro che singhiozzante. Hanno capito cosa vogliono fare, e già questo non è poco.
grazie ancora a tutto lostaff di URadio per la bellissima intervista e la splendida recensione dia KOROVA!!!
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