10 gennaio 2011

JAMES BLAKE - James Blake [2011]


    JAMES BLAKE - James Blake
  1. Unluck
  2. Wilhelms Scream
  3. I Never Learnt to Share
  4. Lindesfarne I
  5. Lindesfarne II
  6. Limit to Your Love
  7. Give Me My Mouth
  8. To Care (Like You)
  9. Why Don't You Call Me
  10. I Mind
  11. Measurements

Alla luce di un 2010 che, musicalmente parlando, è stato un anno buono ma non eccezionale, bisogna convenire che il 2011 è iniziato con il botto: già nelle ultime settimane di dicembre ha cominciato a girare su internet il leak dell'esordio su lp di James Blake, ragazzetto ventunenne (!) che nel corso del 2010 ha dato alle stampe ben tre (!) ep (per chi li volesse, e glieli consiglio, sono The Bells Sketch ma soprattutto CMYK e Klavierwerke): il denominatore comune è la dubstep, ma ogni lavoro sviluppa in un modo o nell'altro una propria identità, lasciando intravedere le capacità di questo enfant prodige.
L'approdo sulle lunghe distanze dell'lp (circa 38 minuti) è una vera rivelazione: l'elettronica, spesso accompagnata dal piano e talvolta dalla chitarra, è ripulita a fondo e minimalissima, dai suoni profondi e curatissimi; su di essa Blake sfodera una voce soul finora seminascosta e mai in primo piano - l'immediato e scomodissimo paragone che viene è quello con la vocalità di Antony Hegarty (Antony & the Johnsons), con cui però regge benissimo il confronto -.
In verità, il risultato è spiazzante: la bellezza di tutti gli elementi e la definizione cristallina di essi fanno da collante insolubile tra la parte vocale e quella suonata - e meno male, ché altrimenti non si saprebbe quale delle due ascoltare a discapito dell'altra, tanto sono magnetiche -; la qualità sonora è impressionante: questo è il classico album che necessiterebbe di un'ottimo impianto stereo per essere goduto nella sua pienezza (Limit to your love); le tracce sono spesso imperniate sulla ripetitività, e ciononostante hanno un loro sviluppo interno chiaro e coerente (I Never Learnt to Share); gli effetti - su tutti l'autotune, il famigerato "effetto-Cher" - che Blake spesso usa sulla voce si incollano perfettamente a essa e non si rivelano mai eccessivi (Lindesfarne I).
E' veramente difficile trovare qualcosa di sbagliato in quest'album e io sinceramente non ce l'ho fatta. Certo è che se la media qualitativa delle uscite del 2011 rimarrà sul livello di quella del 2010 non ci vuole molta fantasia per immaginarsi già ora una gara per il miglior album dell'anno conclusa in partenza.
Un album, insomma, davvero consigliato a tutti: anzitutto perché può intercettare pubblici diversi - dagli amanti dell'elettronica fino a chi ama la black music e oltre -; poi perché fin dal primo ascolto dà l'impressione di essere davvero, senza esagerazioni, un qualcosa di mai sentito, uno di quei lavori capitali che rimangono nel tempo (e proprio il tempo dirà se ho ragione o meno); infine perché è realmente una goduria per l'orecchie, chi ama la musica difficilmente potrà ignorarne il richiamo.

Sembra da esaltati cominciare così la serie di recensioni dedicate alle nuove uscite, ma per me il voto è con sicurezza un bel

10/10



sito: http://jamesblakemusic.com/
myspace: http://www.myspace.com/jamesblakeproduction
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(karmapoliceman)

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