1 gennaio 2011

UCRONìA - Ucronìa [2007]





  1. INTRO - Alma Del Mundo
  2. Mondo Centro
  3. Perso I Miei Occhi
  4. Pulsazioni
  5. Ombre

    DIVERSE E PERVERSE

  6. Lady Harlot
  7. Periodo Refrattario
  8. Black Janie

  9. Madrid
  10. Ucronìa
La musica pop-rock italiana che ascoltiamo oggi in radio, poco da fare, nasce negli anni Ottanta, e non è un mistero che il "luogo dell'anima" di questa tendenza sia proprio la Toscana, rappresentata in modo particolare da Firenze, dalla cui scena new-wave sono venuti fuori i gruppi che forse più di tutti in Italia hanno marchiato a fuoco questo decennio, i Diaframma e i Litfiba.
I primi meno d'impatto e più introspettivi, gli altri più travolgenti e mutaformi, entrambi caratterizzati da una parte vocale molto carismatica ed espressiva. Proprio i primi e migliori Litfiba, quelli di 17 Re, sembrano essere la principale fonte d'ispirazione degli Ucronìa nella loro pubblicazione omonima, datata 2007. A quanto mi è stato detto, a breve dovrebbe prendere corpo un nuovo lavoro, e questo stesso primo album non è più del tutto rispondente alle attuali potenzialità del gruppo, che ha perso il chitarrista Marco Cucini e ne ha acquistati altri due. Aspettando la loro prossima fatica, intanto ci siamo ascoltati Ucronìa.
Il disco, dieci tracce, è molto ben prodotto e fa giustizia delle capacità del gruppo, che si è divertito a giocare con la tracklist inserendo un'introduzione e raggruppando tre dei pezzi in una "sottounità" tematica a parte. Ma andiamo con ordine.
Dopo l'intro, l'album esordisce con Mondo Centro, il pezzo più radiofonico del cucuzzaro, che si infila proprio nella scia cui accennavo prima, quella che dai Litfiba continua fino a sfociare - sempre in Toscana! - in gruppi come i Negrita, dove un impianto rock molto leggero viaggia in funzione di una fruibilità squisitamente pop, tutta giocata sull'alternanza verse/chorus/verse. Un bell'inizio, che spinge ad addentrarsi un po' più dentro. Perso I Miei Occhi, pur a velocità rallentata, non si distacca molto da questo modello, se non per il fatto che inserisce un godibilissimo ritornello "suonato" - ce ne fossero di più! -, che è funzionale alla malinconia che questa canzone vuole trasmettere. Tocca poi al pezzo che più mi è piaciuto, Pulsazioni, che però data le sue influenze un po' più tardi, negli anni '90, visto che qui l'influsso principale sembra quello dei Bluvertigo. Il pezzo gira infatti tutto intorno alla cavalcata ritmica del basso - lasciando alle chitarre un ruolo "rumoristico" - e all'approccio vocale schizofrenico, che più di una volta fa viaggiare il pensiero al Morgan di una volta. Con la successiva Ombre si chiude la prima metà dell'album, che poi si apre in un nucleo tematico a parte, Diverse e Perverse, che include tre pezzi. Lady Harlot e Black Janie affrontano, seppur con sfumature differenti, tutto un altro discorso rispetto ai primi pezzi: la componente new wave continua a essere forte, ma gli arrangiamenti virano qui in modo più spregiudicato verso le chitarre, che mettono in luce l'anima più strettamente rock degli Ucronìa. Quindi, passando per Madrid, pezzo più leggero, sia tematicamente che formalmente - e che, sinceramente, ho trovato il pezzo meno riuscito tra tutti -, si conclude con la title-track, che con ogni probabilità è il pezzo meglio riuscito dell'album, quello di sintesi. Mi spiego. Se questo disco ha una caratteristica, quella è la molteplicità di linguaggi: le canzoni suonano nel complesso molto diverse le une dalle altre a livello di sonorità e arrangiamenti. Il che non è necessariamente né un bene né un male, bisogna vedere come funziona il contesto. E qui forse sta il difetto di questo primo lavoro, che ancora non coniuga al massimo le diverse influenze che il gruppo ha incontrato sul suo cammino. O meglio: gli Ucronìa hanno trovato la loro quadratura del cerchio per quanto riguarda i singoli pezzi, tutti ottimi nel loro sviluppo interno, ma ancora non trasmettono una netta idea complessiva nell'album. Probabilmente è proprio Ucronìa il pezzo più riuscito in questo senso, quello che tiene in sé coerentemente tutte le anime del gruppo. Il fatto che sia stato inserito come ultima traccia lascia ben sperare che sia quella la strada da percorrere, e non va dimenticato che questa pubblicazione è del 2007, e in tre anni il gruppo sarà riuscito sicuramente a focalizzare al meglio il punto verso cui mirare. Nel complesso un ottimo disco di un gruppo che sembra avere un buon futuro. Aspettiamo notizie!


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(karmapoliceman)

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