Inizio dicendo che a Siena
per noi amanti della musica alternativa ,underground o che dir si voglia
non c'è rimasto nulla o comunque pochissimo, in quel pochissimo ci sono
gli AUCAN che si sono esibiti sabato scorso sul
palco del Sonar. Una delle novità più interessanti del sottobosco
italiano.
Il gruppo fa parte del collettivo La Tempesta che sta mettendo
su una scena indie tutta italiana ma anche a livello internazionale.
L’album Black Rainbow ha permesso ai tre bresciani di oltrepassare il
confine italiano, conquistando quindi anche svariate zone dell'Europa.
Inizia lo show anticipato da una base distorta e ripetitiva, dopo circa
cinque minuti le luci sul palco iniziano ad abbagliare il pubblico ed
ecco che la macchina Aucan si mette in moto, si in moto, perchè sono
macchine da guerra, che con synth chitarre delayate ma soprattutto con
ritmi scanditi di batteria danno vita a questo spettacolo.
Incappucciati
come sempre, con il loro sound che percuote gli animi e che riesce a non
farti stare fermo praticamente mai. Il volume è alto a tratti offuscato
ma è giusto che sia cosi, perchè questa musica la devi sentire addosso.
Il suono elettronico riempe il locale, un set quasi da ipnosi in pieno
stile Aucaniano e lo spettacolo continua. E’ una musica che inquieta ma
ballando e muovendosi forsennatamente tutto ciò assume un senso, e
l'inquietudine è paradossalmente positiva. Circa a metà concerto il
cantante prende in mano la chitarra e inizia a violentarla come in un
rituale, la porta sopra la testa, la mostra al pubblico e mentre di
scatto il manico della chitarra colpisce il pavimento vengono colpiti
anche piatti e casa della batteria creando un boato un frastuono quasi
come se la chitarra stesse urlando spaventata. Storm riesce a farti
muovere a ritmo, forse più di tutte le altre canzoni.
Black
Rainbow è un ottimo disco che va ascoltato a volume alto e ricco di
bassi. Ma dal vivo i tre ragazzi bresciani acquistano quella carica che
rende unico il loro live. Eccellenti.
FRANK
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