Post Scripta |
K.
K come Kaos One, K come Maestro, se mi permettete.
Quest’anno sarà ricordato per molti avvenimenti, musicalmente parlando io lo ricorderò
come l’anno del ritorno, il ritorno del grande artista che corrisponde al nome di Marco
Fiorito. Molti si chiederanno “perché ritorno ?” “dove era andato?”, ebbene, per coloro che lo scoprono da poco, quest’artista ci aveva lasciato con il suo ultimo album nel 2007, kARMA; tuttavia, fortunatamente, il grande Maestro ci ha ripensato, o forse ha voluto semplicemente fare “un ultimo intervento”, prima di mettere la parola fine alla sua carriera, costellata di successi fin dal 1986. Non proprio un ragazzino quindi, classe 1971 per l’esattezza, in attività dall’86 prima con un rap in inglese, con la “Fresh press crew”, maggiormente nota poi col nome di “Radical Stuff”, poi in italiano dal 1993, col brano “Don Kaos” nell’album “La Rapadopa” di Dj Gruff. Successivamente collabora con i maggiori artisti della scena come Colle der fomento, Fritz da Cat, Neffa, Deda. Tre sono gli album solisti: Fastidio (1996), L’Attesa (1999), kARMA (2007); tra questi si collocano il disco con Deda e Sean “Melma & Merda”, e quello con Gopher, “L’anello mancante”, sotto il nome di Neo-ex. Lavori di uno spessore inimmaginabile, soprattutto di questi tempi, in cui le collaborazioni non mancano, dal sopracitato Deda, all’immancabile Dj trix, passando per Shablo, Dj Argento, Moddi mc, Turi e i Club Dogo. Uomo polivalente, forse l’unico che ha abbracciato completamente la cultura hip hop: in quanti sapevano del suo inizio come writer e successivamente producer ?
Dopo questa nota biografica doverosa, passiamo all’attualità, ad oggi: Post Scripta.
Questo album vede la luce in una data particolare, l’11/11/2011, sono 8 le tracce che lo compongono e non vi sono collaborazioni, c’è solo il Maestro con la sua voce
claustrofobica ad accompagnarci lungo tutto il percorso.
Le produzioni corrispondono agli standard a cui questo artista ci aveva sempre abituati, suoni molto crudi, poca, pochissima elettronica e synth, campioni ricercatissimi che offrono un retrogusto di classico e qualità, completamente affidati a Dj Argento e Fid Mella.
Parlando della caratteristica che più contraddistingue il Maestro, non possiamo non
parlare della sua capacità lessicale; il suo ritorno si colloca perfettamente in un periodo in cui il rap ragionato e curato era dato per disperso. Tecnicamente perfetto, metricamente perfetto, ritmica e composizione precisa come un goniometro, riesce a far un uso del vocabolario talmente vasto da far impallidire il più sagace fine dicitore, le parole sono cariche di significato, doppi sensi e ambiguità, non sempre fini, ma molto sottili. Le tematiche trattate sono la musica, argomento sempre presente nei suoi dischi, come la sua visione della vita e, in modo inedito, alcuni lati della sua emotività.
Chi si aspettava un grande ritorno, non rimarrà deluso; chi si aspettava uno stravolgimento della sua musica, beh, rimarrà deluso, Kaos è sicuramente evoluto, ma senza sconvolgimenti. Inutile affermare che la carriera ventennale di questo artista parla più di qualunque recensione, ma un augurio è doveroso, si spera quindi che lavori di questo spessore si affaccino sempre più frequentemente nel panorama italiano. Raccomando inoltre, per chi non lo avesse fatto, di recuperare i vecchi album, per assaporarne la parabola musicale, e chissà che le nuove leve non imparino che il rap fatto bene è anche questo, soprattutto questo.
P.S. “Le 2 metà” è il video ufficiale che accompagna questo disco e, incredibilmente, il
primo video dell’artista; 25 anni di carriera e un solo video la dicono lunga sulla credibilità dell’artista, concentrato sulla musica piuttosto che sull’apparenza.
Bentornato Maestro Kaos.
Il Prof.
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