Lulu |
Lou Reed tenta di creare una vera e propria opera attraverso la dimensione letteraria e musicale: testi nudi e crudi, come ci si aspetta da un poeta maledetto quale si è sempre ritenuto il nostro Reed e i Metallica impegnati a svolgere il compito di creare l’atmosfera (rude anch’essa).
L’impatto al primo ascolto è devastante e lascia perplessi, riascoltiamo i brani per tentare di comprendere al meglio l’esperimento ma non riusciamo a convincerci: Lou Reed sembra declamare versi per conto suo e i Metallica troppo relegati a fare da sfondo con la voce di Hetfield che appare di tanto in tanto a sottolineare frasi e parole chiave, uno sfondo che sembra “stonare” con la voce di Reed (o forse è il contrario) e che durante l’album diventa alquanto ripetitivo e pesante.
L’esperimento è riuscito? Pare proprio di no, anche se qualcuno paragona quest’album a un’opera d’arte contemporanea: agli occhi della maggior parte del pubblico appare brutta, solo in pochi riescono a coglierne il vero significato e ad apprezzarla. Noi… non ci riusciamo.
Per concludere, c’è comunque da elogiare i Metallica che tentano di percorrere nuove strade, anche se i loro fan non sono d’accordo e vedono l’album come una mera trovata commerciale (e non hanno tutti i torti); mentre a Lou Reed, ci sentiamo di dire (con tutta l’umiltà di questo mondo) che il progetto originario non era affatto male, ci si chiede come mai abbia scelto i Metallica per realizzarlo, forse sarebbero stati più indicati altri gruppi tipo i Queens of the Stone Age. Josh Homme, si sa, si esalta nelle collaborazioni!
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