15 novembre 2011

A - Dalla A alla Z, un vocabolario per il 2011



Come promesso ieri, cominciamo Dalla A alla Z, il nostro viaggio all'interno della musica del 2011. Manco a dirlo, oggi tocca alla lettera A. Buona lettura e buoni ascolti! :D



21
Adele

Adele si è imposta attraverso MySpace quando MySpace permetteva ancora di imporsi, e aiutata forse dal potere dell'immedesimazione (alzi la mano l'adolescente che non si è rivista neanche un pochino in questa cantante cicciottella alle prese con paturnie sentimentali!) ha letteralmente sbancato in questo 2011:
il suo 21 ha venduto più di 10 milioni di copie e si è piantato in cima alle classifiche di vendita di decine di paesi. Non un clone qualsiasi di Amy Winehouse, Adele parte dalla sua voce soul per strizzare più che mai l'occhio alla musica pop, risultando un ottimo prodotto per il mercato oltre che una grande cantante. Costretta a cancellare il suo tour per un intervento alle corde vocali sta attraversando un periodo molto delicato per il futuro della sua voce e della sua carriera. Noi le facciamo tanti auguri nella speranza che tutto si risolva e che torni a cantare per molti anni ancora.






Burst Apart
The Antlers

Dopo l'exploit di Hospice del 2009 la band di Peter Silberman torna con un Burst Apart che cambia formula ma si attesta tutto sommato su buoni livelli. Non poco deve aver influito il ritorno alla socialità del frontman dopo l'isolamento in cui si dice che si fosse chiuso durante la lavorazione lavorazione di Hospice: quelle che prima erano dilanianti sferzate dirette al cuore qui si ammorbidiscono e non straripano più di emotività, diventano carezze, abbracci calorosi e commossi, si passa dal volo sull'abisso a solide certezze. Burst Apart perde decisamente il confronto con il precedente, ma visto il livello di Hospice non possiamo certo lamentarcene: promossissimi.






The Devil's Walk
Apparat

Dismesso il progetto Moderat con i Modeselektor, l'amico crucco Sascha Ring, alias Apparat, sfrutta l'occasione del nuovo The Devil's Walk per buttarsi a capofitto nella forma canzone, piegando la sua matrice ambientale a istanze elettroacustiche e dando alla luce un lavoro pacato ed elegante, vicino all'impressionismo minimale dei Telefon Tel Aviv. Il ragazzo cresce sano e robusto, alla prossima vogliamo il botto!






Suck It and See
Arctic Monkeys

Da Sheffield con amore, Suck It and See spinge sull'acceleratore dopo la parentesi languida e arida di Humbug, senza che però gli insegnamenti di babbo Josh Homme vengano dimenticati: gli Arctic Monkeys sono sempre più consapevoli delle loro possibilità e la maturità in progress di Alex Turner giova non poco alla loro verve irrequieta. Sempre più protagonisti della scena britannica, che bel futuro!






Parallax
Atlas Sound

Le strade parallele del progetto solista di Bradford Cox e di quello "in comunione" - Deerhunter - si avvicinano in modo impressionante, quasi la divisione fosse ormai solo un capriccio dell'eclettico artista di Atlanta: la sua prolificissima parabola (ricordiamolo: dal 2007 ha dato alle stampe complessivamente 6 album, 4 ep, 3 split, numerosi singoli e collaborazioni nonché una ventina di raccolte di varia lunghezza distribuite sul web!) sta tendendo sempre più verso l'uniformità del materiale prodotto, tanto che questo Parallax non suona molto differente rispetto al bel Halcyon Digest del 2010. Ottima la produzione, il pop di Cox mantiene il suo aspetto brillante e liquido, fatto di echi folkeggianti rifratti e di spassionate litanie. L'album non è brutto, ma lascia annusare il pericolo che Bradfordino si appiattisca e diventi un mestierante qualunque nella terra degli indie, che lo acclamano sbavanti quale uno dei loro reucci. Sveglia! Non te lo meriti, smilzo!






Black Rainbow
Aucan

Bella e promettente realtà nostrana che riesce a far gravitare attorno a sé pubblici molto diversi, gli Aucan ci propongono un qualcosa di inedito in Italia, trattando la dubstep come pretesto per far convergere a modo loro sintetizzatori, sfumature nu-gaze e ricordi del post rock che fu. Black Rainbow è un evidentemente molto legato alla dimensione dell'esecuzione, più che alla sfera dell'elaborazione concettuale, e paradossalmente è un lavoro molto compatto, da una forte alchimia. L'estrema peculiarità della loro proposta mina in partenza le aspettative verso il loro prossimo lavoro, che rischierà di essere troppo simile a Black Rainbow - o l'esatto contrario! -, ma la strada per il futuro ancora è lunga: per il momento godiamoci questo buonissimo disco, incrociando giusto le dita dietro la schiena senza farci vedere...





Sperando che abbiate apprezzato questa prima ricognizione, il prossimo appuntamento con Dalla A alla Z è per giovedì 17 novembre, con la prima parte della lettera B. A presto!
Clicca sulle lettere per leggere tutte le puntate via via che escono!


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